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“Con permesso, io insisto”. Migliorarsi in un mondo in continuo cambiamento: parla Francesca Baraghini, giornalista di TG8

In un mondo che corre velocissimo, bisognerebbe imparare a fermarsi qualche istante in più sulle cose per imparare qualcosa di nuovo”. E Francesca Baraghini corre nella vita, come sulle notizie: “Bisogna inseguire sempre la verità”. Riservata, intraprendente e caparbia, “perchè valgono più i no dei sì”, VenetoUP ha raggiunto la giornalista di SkyTG24 e, da poco, di TV8 per una chiacchierata.

VenetoUP parla del mondo dell’innovazione. Che cos’è per lei l’innovazione?

“L’innovazione per me è tutto ciò che contiene un po’ di incoscienza, è tutto ciò che non fa rimpiangere il passato. Non è detto che il futuro sia migliore del prima, però già metterci un piede senza avere paura vorrebbe dire andare avanti. E l’innovazione significa proprio questo, andare avanti. Un po’ come nella vita, si percorre una certa direzione che ci porta ad andare sempre avanti”.

È molto attiva sui social, e ciò significa fare anche “personal branding”. Che ruolo ha avuto ed ha la comunicazione digitale nel suo lavoro?

“Inizio ad usare i social nel momento in cui sono nati. Utilizzo Facebook, Instagram e Twitter in maniera completamente diversa, ma l’unica cosa che li unisce è il racconto sincero di quello che vivo, di quello che sono. Come se fossero tre luoghi, che frequento con tre persone diverse, dove rimango sempre me stessa. Io sono esattamente quella che racconto, e faccio le cose che racconto”.

Il digitale sta però mettendo in crisi i modelli di business tradizionali nel campo del giornalismo e dell’editoria. Come vede il futuro in questi settori?

“Non credo che siano messi in crisi i modelli tradizionali, credo piuttosto che il telespettatore o l’ascoltatore fossero prima più passivi e oggi al contrario siano più ricchi perchè da una parte hanno molti più canali per informarsi e dall’altra c’è più occasione per partecipare alle notizie attraverso i social. Il lavoro del giornalista non è solo quello di raccontare, ma quello di verificare. Viviamo nell’epoca dove corrono molte fake news, servono giornalisti capaci di smascherare le false notizie: questo dev’essere il lavoro dell’informazione”.

Per una startup la comunicazione è un elemento molto spesso sottovalutato. Secondo lei quali sono gli errori di comunicazione più comuni a cui può andare incontro chi fa innovazione, e come evitarli?

“Se avessi la risposta giusta farei un favore al mondo delle startup. Quel che conta, sia si parli di startup o di un’azienda centenaria, è il passaparola, quel meccanismo che ha a che fare con la verità e quindi con ciò che funziona. Come in una grande città, se c’è quel piccolo fabbro che conduce in maniera ottima il suo lavoro, ci sarà più di qualcuno che ne parlerà bene anche se non può pubblicizzarsi in tv o sui giornali. Quello che si tende a dimenticare è il rapporto con gli altri, perchè ci sono diversi settori che preferiscono chiudersi come un riccio piuttosto che aprirsi al mondo. Viene perciò spesso e volentieri sottovalutata l’importanza della contaminazione”.

Il nuovo TG8 la vede tra i protagonisti. Come ritagliarsi uno spazio in un mondo dove i TG sembrano tutti uguali? Su cosa puntare?

“Un prodotto tv, ma non solo, per differenziarsi ha bisogno di una squadra affiatata. Da lì si costruisce un meccanismo che diventa sempre più raffinato, come un orologio inimitabile. Io a Skyline ho avuto la fortuna di lavorare con professionisti come Massimo Di Pietrantonio e Massimiliano Giannantoni. Per quanto mi riguarda, una cosa che forse mi caratterizza è anche il mio modo di guardare il mondo. Tutto quello che viene raccontato, viene raccontato comunque da persone diverse, ognuna con la sua personalità. La mia sfida consiste nell’usare meno parole possibili e, al tempo stesso, scegliere quelle più semplici. Tutti sono unici, quindi anch’io lo sono. Con questa mentalità, inizio una nuova avventura”.

A vent’anni si tenta la poesia, a cinquanta si pensa che bisognava insistere“, la citazione di Ennio Flaiano ripresa dalla giornalista in occasione della partecipazione a TEDxRimini. “Con permesso, io insisto“.


Grazie a Skyline, e agli eventi che ha moderato, ha raccolto tante storie di innovazione: quali aspetti l’hanno maggiormente colpita?

“Io mi reputo una spettatrice della vita. Non è passato giorno che io non abbia imparato qualcosa dalle persone che ho intervistato o dalla gente presente negli eventi che ho moderato. Prima di raccontare una persona, io devo capirla. Sono anche una che si annoia tanto, ma per me è uno stimolo affrontare la noia e mi impegno per sconfiggerla in qualche modo con strumenti nuovi. E’ un mondo che va velocissimo, ma trovo che sia molto interessante”.

Quali sono le sfide lavorative della generazione dei trentenni/quarantenni?

“La mia generazione si deve scontrare con il fatto che la gavetta non finisce mai. Fino a qualche generazione fa, a trent’anni si raccoglievano i frutti delle prime esperienze. Noi invece dobbiamo abituarci ad una precarietà, anche della fatica. Ne finisce una, ne comincia un’altra e un’altra ancora. Se vogliamo vedere il bicchiere mezzo pieno, questo è un qualcosa che ci tiene vivi sempre, che non ci farà mai perdere l’entusiasmo di fronte alle nuove sfide”.

E lei di gavetta ne ha fatta molta. Ha alle spalle esperienze anche molto diverse tra loro. Qual è il punto fermo del suo percorso?

“La passione e l’amore che ho per il lavoro che faccio. Perché è un lavoro che ha a che fare con i bisogni e i problemi delle persone, quindi occorre dar loro una certa attenzione. Nel corso degli anni ho avuto modo di relazionarmi con il giornalismo sportivo e con la cronaca. Ho fatto anche la paparazza, il che significa raccontare delle curiosità che rappresentano un qualcosa di lontanissimo da me perchè io sono molto riservata. Penso però che certe persone sentano il bisogno di trascorrere qualche momento immergendosi nella vita di una star internazionale, ad esempio. La cronaca, invece, serve per raccontare i fatti senza creare allarmismi e cercando quanto più di fare ordine”.

Cosa si sente di consigliare a un giovane che vuol realizzarsi in un Paese che a volte risulta essere da ostacolo alle sue idee, anche brillanti idee?

“Ai giovani consiglio di non arrendersi mai, di non buttarsi giù se ricevono qualche no. Sono i no che fanno andare avanti. Se c’è la bravura, soprattutto in un Paese che a volte non dà la possibilità di esprimersi, sono sicura che il talento predisponga a diventare ancora più bravi. Devi essere più bravo? Fallo”.

A noi di VenetoUP piace dire: “Il futuro è di chi lo crea, non di chi aspetta”: i suoi prossimi progetti?

“Un saggio non diceva che le cose dette poi non si avverano? Mettiamola così: non lo dico non per scaramanzia, ma per saggezza”.

Contatti

LinkedIn: https://www.linkedin.com/in/francesca-baraghini-76a02745/

Twitter: https://twitter.com/FraBaraghini

Giada Mazzucco

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