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Crowdinvesting in Italia: leggera battuta d’arresto per la finanza alternativa

Sostanziale rallentamento, seppur modesto, per il crowdinvesting in Italia. Questa forma di finanza alternativa, che si basa sulla raccolta di capitali offrendo in cambio opportunità di investimento, ha subito una lieve flessione nel corso degli ultimi 12 mesi. La cifra complessiva raccolta ha raggiunto i 343,79 milioni di euro, registrando una diminuzione dello 1%. Inoltre, si è verificata una diminuzione nel numero totale di piattaforme autorizzate a promuovere raccolte di fondi. Nonostante ciò, il valore cumulativo storico ha continuato a crescere, superando 1,21 miliardi di euro dal 2014. Questo quadro è stato delineato nell’8° report italiano sul crowdinvesting, curato dall’osservatorio omonimo presso la School of Management del Politecnico di Milano.

Analizzando le cifre del mercato, emerge che la raccolta annuale attraverso l’equity crowdfunding ha raggiunto gli 86,64 milioni di euro, registrando una diminuzione dell’11% per i progetti non immobiliari e un aumento del 28% per quelli immobiliari, che hanno raggiunto i 56,42 milioni di euro.

È inoltre emersa una significativa diminuzione nei minibond collocati attraverso le piattaforme, con un totale di 20,82 milioni di euro. Le piattaforme di lending hanno contribuito erogando prestiti per un totale di 24,76 milioni di euro alle persone fisiche e 155,15 milioni alle imprese. Di questi ultimi, 39,36 milioni sono stati forniti attraverso portali generalisti, mentre gli altri 115,79 milioni (+39%) sono stati distribuiti tramite portali specializzati nell’ambito immobiliare, che hanno mostrato una crescita significativa.

Commenta Giancarlo Giudici, direttore scientifico dell’osservatorio:

“Siamo a un punto di svolta nel panorama dell’industria nazionale dell’equity e lending crowdfunding. Il primo motivo è che siamo ormai alla vigilia della piena entrata in vigore del nuovo regolamento europeo Ecsp e le piattaforme stanno lavorando per ottenere le necessarie autorizzazioni entro la data fatidica del 10 novembre. All’orizzonte c’è la possibilità di operare in un mercato unico, con importanti novità che riguardano sia la raccolta di capitale di rischio, non più limitata alle Pmi, sia i prestiti, con nuovi adempimenti su trasparenza, marketing delle offerte e informativa per gli investitori. Il secondo motivo è che per la prima volta registriamo un segno negativo, seppure modesto, nella raccolta annuale dell’industria. Soffrono l’equity crowdfunding dei portali non immobiliari e i collocamenti di minibond, soprattutto nel primo semestre 2023. Invece, hanno contribuito a sostenere il mercato i progetti immobiliari, in particolare nel mondo lending.”

I dati dell’equity crowdfunding

Alla data del 30 giugno scorso, si contavano 48 portali autorizzati da Consob per la raccolta di capitali online, 3 in meno rispetto all’anno precedente. Nel corso degli ultimi 12 mesi, si sono concluse 23 campagne di emissione di minibond su 2 portali, per un totale di 20,82 milioni di euro (-45%). Le campagne di raccolta di capitale di rischio sono state 207 nello stesso periodo, segnando una leggera diminuzione rispetto al passato.

Gli esperti notano che il tasso di successo medio rimane elevato, attorno al 90%. La raccolta di capitale di rischio cumulata nel tempo ha raggiunto i 571,68 milioni di euro, mentre nei 12 mesi precedenti il flusso è stato di 143,06 milioni, di cui 57,63 nel primo semestre del 2023.

Il target di raccolta medio per i progetti non immobiliari negli ultimi 6 mesi è stato di 180.126 euro, mentre per quelli immobiliari è stato di 1.776.630 euro. Di solito, per i progetti non immobiliari, viene offerto in cambio il 5,91% del capitale, seguendo la pratica di offrire titoli senza diritto di voto per investimenti sotto una certa soglia e con diritto di voto sopra quella soglia. Nelle campagne immobiliari, invece, prevale l’offerta di quote non votanti. Tra gli emittenti, le PMI continuano a guadagnare terreno, ma il mercato è ancora dominato dalle startup innovative, che rappresentano il 50% dei casi nell’ultimo anno, insieme al 13% delle PMI innovative.

Come già evidenziato negli anni precedenti, la maggior parte degli operatori è situata in Lombardia (475 imprese, 41,2% del totale), seguiti dall’Emilia Romagna (115, 10,3%) e dal Lazio (102, 9,2%), con un’attività prevalente nei servizi di informazione e comunicazione.

Approfondendo i dati, la piattaforma che ha ottenuto il maggior capitale raccolto è ancora una volta Mamacrowd (130,65 milioni di euro effettivi al 30 giugno 2023, con 45,87 milioni nell’ultimo anno), seguita da Walliance (105,04 milioni, di cui 36,61 nell’ultimo anno). CrowdFundMe è invece la piattaforma che ha lanciato più campagne (227).

L’importo medio investito dai sottoscrittori mostra negli ultimi mesi un incremento rispetto al passato, ma il divario di genere tra gli investitori è peggiorato, con solo il 14% di investitrici donne. Gli analisti notano che alcune aziende, dopo una campagna di raccolta, riescono a crescere in termini di fatturato e redditività, ma altre rimangono invariate. Solo poche diventano immediatamente redditizie, mentre una piccola minoranza supera gli obiettivi di revenue previsti dal piano iniziale. Nei 12 mesi precedenti, si sono registrate nuove exit tramite rimborsi di capitale, quotazioni in borsa o acquisizioni. Fino al 1 luglio scorso, l’indice italiano di equity crowdfunding ideato dall’osservatorio ha riportato un apprezzamento medio complessivo teorico del valore del portafoglio investito pari al +15,25%.

Il lending crowdfunding

Al 30 giugno dell’anno in corso, risultano attive in Italia 4 piattaforme destinate al finanziamento delle persone fisiche (consumer), riducendosi di 2 rispetto all’anno precedente. Le piattaforme dedicate alle imprese (business) rimangono invariare, totalizzando 10, mentre quelle specializzate nel settore immobiliare sono 17, portando il totale complessivo a 31.

La raccolta nell’ultimo anno ha raggiunto i 24,76 milioni di euro per le piattaforme consumer, con un totale cumulato nel tempo di 213,58 milioni. In termini specifici, la piattaforma Prestiamoci si è posizionata in testa al podio con una raccolta annuale di 24 milioni di euro, dopo l’uscita di scena di Smartika e l’acquisizione di Soisy.

Nel comparto business, le piattaforme generaliste hanno aggiunto 39,36 milioni di euro alla raccolta nell’ultimo anno, portando il totale cumulato a 69,38 milioni. Le principali piattaforme di questo settore negli ultimi 12 mesi sono state Re-Lender, Ener2Crowd ed Even-fi. Il tasso di interesse medio annuale offerto è aumentato nel primo semestre del 2023 all’8,56%, rispetto al 7,71% del 2022.

Le piattaforme specializzate nell’ambito immobiliare hanno registrato una raccolta annuale di 115,79 milioni di euro, portando il totale cumulato a 267,6 milioni. Recrowd si è posizionata come la piattaforma leader in questo settore, con una raccolta di 57,3 milioni nell’ultimo anno e 86,7 milioni in totale, seguita da Rendimento Etico con 20,5 milioni nell’ultimo anno e 75,3 milioni in totale.

Il real estate crowdfunding

Come anticipato dagli esperti del settore, l’industria del crowdfunding nel campo immobiliare in Italia ha mantenuto un ritmo particolarmente dinamico. Questo mercato di solito coinvolge progetti a breve-medio termine focalizzati sulla ristrutturazione o sulla costruzione ex novo di proprietà immobiliari, seguite dalla loro successiva cessione. Il crowdfunding riveste un ruolo cruciale fornendo il finanziamento iniziale grazie alla rapidità di raccolta e alla mancanza di garanzie reali tradizionali. I progetti finanziati in questo settore nell’ultimo anno hanno raccolto un totale di 178,67 milioni di euro, registrando un aumento del 40% rispetto al periodo precedente.

Il rendimento medio annuale offerto agli investitori è aumentato nel primo semestre del 2023, raggiungendo il 13,72% per le offerte di tipo equity (investimento in quote di proprietà) e mostrando invece un leggero calo (9,69%) per le offerte di tipo lending (prestiti erogati agli sviluppatori immobiliari).

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